Il racconto fa parte del libro “Racconti e storie briosi”. Quaranta racconti e storie briosi nei quali le donne sono protagoniste, costruiti mixando fatti reali e immaginari, trasposti in tempi e/o luoghi diversi con personaggi reali e di fantasia. I racconti e le storie hanno una base di verità originale derivata da esperienze personali, di amici e conoscenti e da fatti di cronaca.

Racconti e scritti briosi si può acquistare presso Amazon e le librerie online e fisiche di Mondadori, Hoepli, Feltrinelli, ibs.it anche in formato eBook. Una volta cliccato sul link con una delle librerie, inserite in “cerca” Edoardo Noseda e troverete tutti i libri da me pubblicati. Buona lettura.
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AIRBnB (Silvia)
«Buongiorno dottore».
«Buongiorno Giuliano, come va?».
«Tutto bene, grazie dottore».
Guido, sessantacinquenne, aveva ceduto l’azienda farmaceutica alla concorrenza. Da un anno si erano traferiti da Brescia a Milano sia per accontentare Graziella, la moglie, sia per rompere con il passato e passare nel migliore dei modi la terza età nella metropoli lombarda. Occupavano tutto il terzo piano di un bel palazzo Liberty in piazza Duse, una delle piazze più esclusive di Milano. Un giorno, in uscita per una passeggiata ai vicini Giardini Montanelli, mentre nell’atrio del palazzo stava scambiando quattro chiacchiere di prammatica con il portinaio, sfilò davanti a loro una bella ragazza mora vestita elegantemente che salutò con un cenno Giuliano. Guido gli chiese: «É una delle figlie dell’architetto del sesto piano?».
«No, è una delle clienti del B e B che i signori Busnelli hanno creato al quinto piano suddividendolo in tre appartamentini di poco più di 100 metri. Uno per i genitori, uno per il figlio e uno da affittare per brevi periodi, come si dice oggi B e B.
«Sì, AirBnB».
Guido, cui non faceva difetto il buon gusto per le belle donne, soprattutto giovani, annotò mentalmente. Nemmeno farlo apposta il giorno seguente rivide la ragazza in via Vittorio Emanuele presso Piazza San Carlo. Le si avvicinò e la invitò a prendere un aperitivo al bar che si trova a uno degli angoli interni della piazza. Seduti a un tavolino all’aperto ebbero una piacevole conversazione. Seppe che si chiamava Silvia ed era una ex studentessa di lingue della Bocconi che non aveva terminato gli studi per seguire la carriera di modella. Le raccontò che aveva deciso di cedere la sua azienda e di vivere di rendita senza preoccupazioni non avendo figli cui tramandare l’attività ma solo nipoti che vedeva saltuariamente. Era molto contento di conoscere una bella ragazza che si impegnava seriamente nella vita.
Due giorni dopo Giuliano gli raccontò che Silvia aveva lasciato l’appartamento aggiungendo: «C’era sempre un po’ di movimento, soprattutto durante il pomeriggio tardi».
«Cosa vuol dire?».
«Un avanti indietro, un andirivieni, come si dice».
Deluso per la partenza della ragazza, non osò informarsi oltre per timore che Giuliano si chiedesse il perché di tanto interesse.
Un pomeriggio, dopo più di un mese, rientrando dal golf incontrò Silvia nell’atrio del palazzo in attesa dell’ascensore. Lo salutò con un sorriso tendendo la mano snella e molto curata. Saliti sull’ascensore d’epoca, essendo un po’ emozionato per l’incontro inaspettato, si sbagliò e premette il pulsante del quinto piano, posto sopra il suo. Si scusò: «Non posso farlo fermare al terzo, l’ascensore è vecchio e non ha memoria”.
«Non si preoccupi. Anzi, oggi la invito io a bere un aperitivo».
L’appartamento era arredato con gusto. I Busnelli avevano fatto un ottimo lavoro. Dopo avere servito un gin fizz Silvia si allontanò un attimo per ricomparire in una négligé da schianto. Si sedette sull’altro lato del divano e in poche parole gli spiegò qual era la sua vera professione.
«Visto che siamo in confidenza …».
Guido non si fece pregare due volte. Seguì una mezz’ora di coccole nella quale toccò il settimo cielo. Mentre si rivestiva disse di non avere con sé moneta poiché da tempo usava pagare solamente con l’app del cellulare. «Non preoccuparti, ho il POS e, visto che siamo amici, ti faccio lo sconto». Guido pagò senza fare caso all’importo. Salutò, usci riprese l’ascensore e scese due piani. Verificò: 500 euro. Un po’ caro ma ne valeva proprio la pena.
Due sere dopo, con la scusa di una partita a poker con gli amici lasciò la moglie a casa. Salì due piani e tutto andò per il meglio, solo un po’ più caro: tariffa serale 1.000 euro.
Un pomeriggio, al rientro dal golf, andò direttamente da lei. Mentre bevevano un aperitivo in attesa delle coccole, Guido sentì un dolore fortissimo appena sotto lo sterno, all’imboccatura dello stomaco. Era talmente acuto e continuo che chiese a Silvia di chiamare il 112.
«Chiamo tua moglie?».
«No, chiama il 112».
Silvia chiamò il 112 e avverti il portinaio dell’imminente arrivo dell’ambulanza.
Giunsero i paramedici che, dopo una breve anamnesi, gli somministrarono un’iniezione, lo misero su una carrozzella e lo caricarono sull’ascensore. Giuliano lo vide, bianco come un cadavere, mentre attraversavano rapidamente l’atrio del palazzo, e commentò: «Ah! È lei dottore! Non l’avrei mai pensato!».
Giuliano, capìta la situazione, non avvertì Graziella che fu chiamata dal Policlinico non appena la coronarografia attestò che il marito aveva in corso un infarto al miocardio, ormai sotto controllo.
Quanto accaduto non passò inosservato nel palazzo: il comportamento di Guido fu deplorato dalle signore e apprezzato molto dai mariti. I signori dovettero però lamentare l’occasione perduta perché l’avvocato Casale del secondo piano censurò l’amministratrice per avere permesso l’apertura di un AirBnB, anche se il vecchio regolamento del condominio non lo vietava espressamente. I Busnelli si sentirono obbligati a destinare l’appartamento all’affitto tradizionale. Infine, Graziella pretese che il marito trovasse in tempi brevi altra sistemazione di pari prestigio in un palazzo di via Borgonuovo, sufficientemente distante da Piazza Duse.