Gigolò (Alice)


Il racconto fa parte del libro “Racconti e storie briosi”. Quaranta racconti e storie briosi nei quali le donne sono protagoniste, costruiti mixando fatti reali e immaginari, trasposti in tempi e/o luoghi diversi con personaggi reali e di fantasia. I racconti e le storie hanno una base di verità originale derivata da esperienze personali, di amici e conoscenti e da fatti di cronaca.

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Gigolò (Alice)

Cinquantenne, vedova di tre mariti, Alice aveva aperto per Pasqua la casa di Cap d’Antibes, uno dei luoghi più esclusivi della Costa Azzurra. Per Venerdì Santo attendeva l’arrivo del figlio Michele, con fidanzata, e Giuliano, un bel ragazzo, amico fraterno di Michele, pure con fidanzata.

Alice aveva ricevuto in eredità la casa di Cap d’Antibes dal secondo marito, un avvocato di Milano, appassionato di mare e della Costa Azzurra. Giuseppe l’aveva amata moltissimo e l’aveva impalmata quando era rimasta vedova di Mario, il primo marito. Ogni tanto Alice si soffermava a ricordare gli anni trascorsi a Roma con Mario, che commerciava in combustibili e aveva fatto i soldi vendendo il gasolio sottobanco senza applicare l’IVA, sgominando così la concorrenza. Con i risparmi avevano acquistato un bell’appartamento ai Parioli dove Alice risiedeva tuttora nel periodo autunnale. Giuseppe, l’avvocato, padre di Michele, si era invaghito di lei, ormai vedova, dopo averla vista alla televisione mentre partecipava a uno dei tanti spettacoli a quiz, tipo l’Eredità. L’aveva cercata, trovata, stregata e portata a Milano dove l’aveva sposata in quattro e quattr’otto. Dopo la morte di Giuseppe, Alice aveva vissuto un po’ di tempo sola con Michele nella casa di Milano, un edificio liberty, molto elegante, nel centro. E a Milano conobbe il terzo marito, Giorgio, un industriale della plastica con lo stabilimento a Rho. In questo caso non fu cosa rapida perché Giorgio era sposato e dovettero attendere il divorzio. Da Giorgio, che nel precedente matrimonio aveva avuto due figli ai quali andò in eredità l’azienda, ricevette in dono uno chalet a St. Moritz e, soprattutto, un appannaggio annuale che le permetteva di mantenere le case di Roma, Cap d’Antibes e St. Moritz. Era quindi possibile affermare che Alice fosse una vedova facoltosa e dotata di proprietà immobiliari rilevanti. Da aggiungere che era molto piacente e nessuno le avrebbe dato più di quarant’anni. Una donna come Alice era appetibile non solo ai cinquanta/sessantenni.

Michele e Lucia, la fidanzata, e Giuliano giunsero a Cap d’Antibes nel pomeriggio di Venerdì Santo.

«Giuliano, sei solo soletto?», domandò Alice.

«Marisa ha avuto un impegno improvviso con la madre. Sono dovute andare a Bologna dalla nonna che non sta bene».

«Non ti annoierai qui senza Marisa?», continuò Alice.

«No, ogni tanto fa bene stare soli. Poi ci sono i miei amici e ci sei tu».

Sentendo “ci sei tu” Alice ebbe un fremito. Giuliano aveva ventiquattro anni, ex compagno di liceo di Michele, bravo studente di ingegneria, agli ultimi esami. Le era sempre piaciuto fin dai tempi del liceo e lo aveva sempre trattato come un figlio. Ora era un uomo con un fisico che tutte le donne avrebbero desiderato per i loro uomini. Era attratta da Giuliano e molte volte aveva pensato a come sarebbe stato bello fare l’amore con lui.

Il giorno di Pasqua, in tarda mattinata, Michele e Lucia andarono alla spiaggia per un bagno. Giuliano, che aveva da poco iniziato un libro, disse che avrebbe preferito continuarne la lettura. Semi sdraiato sul divano, con la vista del verde intenso del giardino e del blu zaffiro del mare, con i piedi appoggiati sul tavolino, dopo avere letto per mezz’ora, si appisolò. Alice, vedendolo riposare come un dio greco dopo la battaglia, si avvicinò e gli diede un bacio. Come la bella addormentata, Giuliano si svegliò, si voltò verso di lei, le prese il viso tra le mani e la baciò sulle labbra. Alice non fu sorpresa perché una cosa simile l’aveva sognata tante volte. Si sedette sul divano, lo abbracciò e lo riempì di baci. Poi lo prese per mano e lo guidò in camera da letto dove celebrarono nel modo più affettuoso il loro amore. Una volta rientrati i fidanzati dalla spiaggia, si comportarono come niente fosse accaduto: Alice si dimostrò solo un po’ più carina del solito nei confronti di Giuliano.

Il ritorno dei tre a Milano era previsto per la mattina seguente, Lunedì dell’Angelo. Figlio e fidanzata mantennero il programma, mentre Giuliano chiese di rimanere un paio di giorni in più. Disse che aveva portato con sé il libro di Tecnica delle Costruzioni e che avrebbe studiato meglio al mare piuttosto che in città. Sarebbe rientrato in treno.  Per Alice furono giorni indimenticabili nei quali il suo amore, non più affetto, per Giuliano crebbe sempre più. Lui era gentile, molto caro e desideroso di piacerle. La sera prima del suo rientro Alice gli disse: «Non dovrei chiedertelo: come ti trovi con una donna che ha più del doppio della tua età?».

«Vedo solo una donna bellissima che mi vuole bene».

«Sarà tutto finito con la tua partenza …».

«No, assolutamente, voglio continuare con te e appena possibile, sposarci».

Alice, sebbene lusingata da queste parole, si domandò il motivo di tanta pianificazione della loro futura relazione. Le venne il dubbio che tutto fosse stato preordinato da Giuliano: l’assenza della fidanzata, il bagno disertato, il riposino estemporaneo sul divano e tutto ciò che ne era seguito. In più, il cameriere filippino le aveva fatto capire di averli visti insieme quel giorno e, altre volte, nei giorni seguenti. «Non è che anche il filippino è in qualche modo coinvolto nel piano di Giuliano?», pensò. Alice si sentiva ingabbiata o, come diceva il primo marito, imbozzolata, racchiusa in un bozzolo come le farfalle prima di nascere. Cominciò a temere che l’affetto di Giuliano fosse per il suo patrimonio e non per lei stessa. Si sentì tradita per un’altra donna ancora prima di esserlo, come sarebbe sicuramente accaduto sposando un giovane cacciatore di dote. Chi l’avrebbe mai detto, o solo pensato? Rispose a Giuliano dicendo: «Ti sono grata per la proposta che, però, non posso accettare poiché sono la madre del tuo migliore amico, unico erede indiscusso della mia fortuna».

Giuliano abbozzò, fece la sacca, la baciò e andò alla stazione.

Il giorno seguente Alice licenziò il cameriere filippino.

 

 

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