Il racconto fa parte del libro “Racconti e storie briosi”. Quaranta racconti e storie briosi nei quali le donne sono protagoniste, costruiti mixando fatti reali e immaginari, trasposti in tempi e/o luoghi diversi con personaggi reali e di fantasia. I racconti e le storie hanno una base di verità originale derivata da esperienze personali, di amici e conoscenti e da fatti di cronaca.

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Il congresso (Vittoria)
Un prestigioso resort sul mare nelle vicinanze di Porto Cervo ospitava il congresso internazionale di cardiochirurgia mininvasiva. Uno dei relatori era Corrado, specialista in cardiochirurgia mininvasiva video-assistita, un ramo leading edge della cardiochirurgia. Corrado era rientrato da qualche anno in Italia dopo avere passato
dieci anni in Francia e Belgio dove aveva esercitato in ospedali molto noti e insegnato all’università di Liegi.
Il congresso, che si teneva da venerdì pomeriggio a mezzogiorno di domenica, era considerato tra i più prestigiosi in campo internazionale e quell’anno si teneva in Italia. L’ospedale presso cui lavorava, aveva insistito perché Corrado vi partecipasse sia per mantenersi aggiornato, sia per presentare due memorie, molto ben redatte, per il lustro dell’ospedale e suo. All’apertura del congresso Corrado incontrò vecchi compagni di università e con loro passò la serata di venerdì cenando e chiacchierando. Affiorarono ricordi dei vecchi tempi e delle ragazze di allora, oggi dottoresse affermate e madri devote alla famiglia. I congressisti erano alloggiati in bungalow inseriti molto discretamente nel parco del resort. Sabato sera, dopo una giornata dedicata a partecipare ai workshop e seguire le presentazioni delle memorie dei congressisti, Corrado sentì il bisogno di distrarsi. Con l’obiettivo di cuccare come ai vecchi tempi, dopo una cena frugale decise di andare con un paio di colleghi al night del resort che si trovava nelle vicinanze della spiaggia, staccato dall’edificio principale e lontano dai bungalow. Al night c’erano alcune ragazze
straniere molto carine – o per lo meno così sembrava alle luci del night – che davano l’impressione di mostrare un certo interesse per i nuovi arrivati. I tre amici abbordarono altrettante di loro: Corrado puntò una brunetta, di nome Vittoria, non tanto alta, che si muoveva bene ballando con le amiche. Le raccontò della sua professione, perché si trovava al congresso, e passarono un paio d’ore parlando, scherzando e ballando. Poco dopo le 23.00 Vittoria disse che voleva rientrare al bungalow che, neanche a farlo apposta, si trovava sul cammino poco oltre quello di Corrado, che si offrì di accompagnarla.
Salutati gli amici che ballavano languidamente con le ragazze, si avviarono per il cammino poco illuminato che dal night portava ai bungalow. Giunto al proprio, Corrado le chiese se avrebbe bevuto volentieri un drink con lui prima di rientrare. Vittoria accettò e lui pensò di aver proprio fatto colpo. Entrati si accomodarono su un divano. Corrado prese dal frigobar alcune bottigliette di whisky, vodka e cognac e le offrì a Vittoria che chiese il contenuto di due bottigliette di vodka in un unico bicchiere. Bevve rapidamente,perché, disse, la vodka va bevuta fredda, possibilmente ghiacciata.
Dopo di ciò disse di sentirsi meglio. Allora Corrado le propose di ballare un lento e accese il cellulare, dove disponeva di una selezione di canzoni sincopate. Ballarono con trasporto e con una gran voglia di fare l’amore. Si avvicinarono al letto e si lasciarono cadere trascinati
dal desiderio. Dopo mezz’ora di affettuose tenerezze, Vittoria si alzò a sedere sul letto e disse che doveva proprio andarsene. Si faceva troppo tardi e il marito la stava aspettando.
«Il marito …!?», chiese Corrado.
«Viviamo a Berna, in Svizzera, mio marito è di origine siciliana e io, calabrese. Lavoriamo da vent’anni all’estero ed è per questo che tollera le mie uscite notturne, soprattutto quando siamo in vacanza. Nonostante ciò, è meglio non esagerare per evitare che si risvegli in lui l’atavico istinto della lupara».
«Bene …», commentò Corrado, avendo intuito il pericolo che
stava correndo senza averlo nemmeno immaginato, «effettivamente si è fatto tardi anche per me: domani terrò la relazione conclusiva e devo ancora sistemarla».
«Cosa aspetti allora! Non perdere tempo. Sono lieta di avere
conosciuto un bel cardiochirurgo come te e, anche se non ci
rivedremo più, sono molto felice».
Si sistemarono, si abbracciarono e baciarono. Corrado l’accompagnò alla porta del bungalow e, dopo avere sbirciato a destra e a manca per essere certa che non ci fosse in giro nessuno, Vittoria sgusciò dalla luce della porta e scomparve nel buio della notte.