Il racconto andrà a fare parte del libro provvisoriamente intitolato “Racconti e scritti preferiti” che riunirà i racconti per i quali i lettori hanno mostrato particolare gradimento una volta pubblicati su WordPress, Facebook, Linkedin, Pinterest e Tumblr.
Chi comanda
Il cellulare suonò sul tavolo della cucina. Enrico lesse il nome di chi stava chiamando.
«È Guido. Hai fatto partire la chiamata senza accorgertene».
Laura si precipitò dall’anticamera sul cellulare e chiuse la comunicazione.
«Non dovevi fare così. Avresti dovuto parlargli e spiegargli che la chiamata è partita inavvertitamente, anche perché Guido era già in linea».
«Chi ti ha detto che devo fare come dici tu? Emma e Giuliana fanno sempre come ho fatto io. Poi gli scrivono un WhatsApp per spiegare che la chiamata è partita senza volerlo».
«Lo faranno quando si rendono conto successivamente che la chiamata è partita».
«Io, invece, faccio sempre così, come mi pare. Vuoi sempre che si faccia quello che credi sia meglio. Guarda un po’ se proprio devo vivere con qualcuno che mi dice sempre quello che devo fare! È una condanna! Chi ti credi di essere? Vuoi sempre comandare!».
«Ma era un suggerimento!».
«Tieni i tuoi suggerimenti per te».
Dieci minuti dopo in camera da letto.
«Metti la camicia di ieri nella biancheria sporca. Pulisci il lavandino del bagno. Butta il fazzoletto di carta nel cestino».
«Ma … perché?».
«Vuoi che si faccia sempre quello che vuoi tu? Adesso mi metto io a comandare».
Rientrata a casa verso mezzogiorno, dopo essersi recata, come sempre, a fare compere, Laura gli mandò un saluto sulla porta del soggiorno, come se nulla fosse. Enrico smise di leggere il giornale e, volgendosi verso di lei, rispose al saluto con nonchalance.
Allora Laura gli si avvicinò e disse: «La pazienza è la virtù dei forti… io purtroppo spesso non lo sono più, ma è l’amore, quello vero, che dura una vita, che mi fa andare oltre e lasciare dietro di me ogni malumore. Spesso sembra difficile, ma ne vale la pena!».
Enrico, colpito dalla semplicità e dolcezza delle parole, commentò: “Magnifico, amore mio, sono molto felice. Anch’io ti voglio bene. Non dobbiamo mai dimenticare che siamo stati, siamo e saremo sempre molto felici”. Si alzò e abbracciò Laura con grande tenerezza.