Tentato uxoricidio


Il racconto andrà a fare parte del libro provvisoriamente intitolato “Racconti e scritti preferiti” che riunirà i racconti per i quali i lettori hanno mostrato particolare gradimento una volta pubblicati su WordPress, Facebook, Linkedin, Pinterest e Tumblr.

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Tentato uxoricidio

   «Dottor Rossetti, è accusato di avere tentato di uccidere sua moglie Loredana per futili motivi. La denuncia è scattata dopo il ricovero di sua moglie in ospedale per le lesioni riportate a causa del suo gesto».

     «Non ho tentato di uccidere mia moglie. La colpa di quanto accaduto è solo sua. Nonostante l’avessi avvertita migliaia di volte, ha fatto traboccare il vaso della mia pazienza».

     «Come?».

     «Veda, nonostante siamo sposati da quasi cinquant’anni anni e ci sopportiamo da tanto tempo, non sono mai riuscito a convincerla a non intervenire durante le mie telefonate con persone che conosce o che pensa di conoscere». 

     «Ciò però non giustifica il tentato omicidio».

     «Ho settantacinque anni e sono in pensione da cinque. Fino ad allora la situazione era sostenibile. La mia professione mi teneva lontano da casa praticamente tutto il giorno, dalla mattina alla sera; i fine settimana e le vacanze li passavamo, come tuttora, con gli amici. In quel periodo, essendo la nostra frequentazione più ridotta, le occasioni d’interferenze telefoniche sono state sporadiche. Negli ultimi cinque anni, invece, è stata una tortura continua. Le interferenze sono aumentate al punto tale che, quando è presente, non riesco a parlare al telefono senza che lei mi interrompa a mezza voce per chiedermi che è l’interlocutore, cosa vuole, e per darmi suggerimenti e
consigli quali digli di sì, non sei d’accordo, non possiamo, non puoi».

     «Se è per questo, anch’io talvolta intervengo durante le telefonate del mio ragazzo. È normale, soprattutto per noi donne».

     «Non discuto su quello che lei ritiene sia normale o meno. È imbarazzante essere al telefono con qualcuno e doversi trovare costretti ad ammettere che la conversazione viene origliata dalla moglie, che pretende di essere ascoltata e di ricevere risposte ai suoi suggerimenti. L’ultima volta, dopo avere concluso la telefonata con nostro figlio Luca, durante la quale Loredana ha ascoltato la conversazione ed è intervenuta più volte, le ho ripetuto per l’ennesima volta che non avevo gradito le sue interferenze. Lei per tutta risposta mi ha dato del mitomane e ha detto che, in fin dei conti, essendo Luca anche suo figlio, ha il diritto di ascoltare la conversazione e dire la sua. “Ammesso che sia così”, le ho risposto, “ma non durante una telefonata, come fai abitualmente”. A quel punto Loredana si è scagliata contro di me come una furia, minacciandomi e dicendomi che sono il solito matto. Ho perso il controllo, l’ho afferrata per il collo e ho stretto la presa senza rendermi conto che, essendo molto esile, avrei potuto soffocarla. Non appena ha perso conoscenza ho chiamato il 112».

     «Un bel disastro. Proprio un bel disastro».

     «Il suo modo di fare è diventato un’ossessione. Ora spero che la smetta anche di fare il controcanto che mi fa sempre, immancabilmente, quando parlo con un amico o conoscente comune in sua presenza. Mi parla sempre sopra. Provare per credere. È proprio vero che molti non ascoltano mentre stai parlando se non per il tempo necessario per intervenire, rispondere o continuare a parlare al posto tuo».

     «Forse vuole semplicemente dire la sua opinione. Non mi sembra così negativo. É un vezzo che hanno in molti».

     «Sarà, ma non mi è mai piaciuto. È un segno di grande maleducazione, di mancanza di rispetto e di volontà di prevaricazione. Che, nel caso di Loredana, si somma a un altro grosso difetto, sempre dello stesso genere».

     «Quale?».

     «Intervenire durante un dialogo e pretendere di trarre conclusioni basate solo su una parte di quanto è stato detto. Salvo poi dire, quando le fai notare che la conclusione non ha nulla a che vedere con come sono andate a finire le cose: “Non è così? Pensavo… Comunque, non ho forse il diritto di dire la mia opinione?”. Sì, dico io, quando la tua opinione è richiesta. Forse la gente capirà perché non ce l’ho fatta più…»

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