Il racconto andrà a fare parte del libro provvisoriamente intitolato “Racconti e scritti preferiti” che riunirà i racconti per i quali i lettori hanno mostrato particolare gradimento una volta pubblicati su WordPress, Facebook, Linkedin, Pinterest e Tumblr.
La nuova arrivata
Fine d’anno, a una festa per anziani. I coetanei che potevano si trovavano in vacanza al caldo, ai Caraibi o alle Maldive. I più giovani erano in montagna a sciare a St. Moritz, Courmayeur o Cortina. La signora più giovane aveva settant’anni. Rispetto alle altre occasioni, c’era Luisa, una nuova arrivata e recente amica della padrona di casa.
Luisa, Lorena e Gina chiacchieravano del più e del meno, come è consuetudine in queste occasioni. Uno dei temi ricorrenti tra le persone anziane è la perdita di memoria a breve termine, ovvero la difficoltà a ricordare ciò che si è fatto qualche tempo prima o addirittura ciò che si stava facendo un attimo prima.
«A me è capitato di andare al supermercato per acquistare la pasta e, una volta arrivata, non ricordare cosa avrei dovuto comperare», disse Gina.
«Questo è niente», continuò Lorena, raccontando quanto le era capitato di recente: «Uso spesso l’iPad e talvolta, per chiarire o approfondire un argomento, consulto contemporaneamente Google sull’iPhone. Facendo questo, un paio di giorni fa ho preso l’iPhone e mi sono chiesta perché l’avessi in mano».
«A me», aggiunse Luisa, «capita di aprire la cassaforte per prendere qualcosa e, se mi distraggo un attimo, non ricordo cosa dovessi prendere».
Lorena, rivolgendosi a Luisa, sentenziò: «Non preoccuparti, vedrai, quando avrai settant’anni, sarà peggio».
«Veramente… io ho ottantaquattro anni», rispose Luisa.
Lorena rimase di stucco. Mentre Luisa si allontanava per conoscere altre persone, rifletté: «Non è possibile che abbia ottantaquattro anni, con un viso così fresco, senza macchie sul dorso delle mani, con gli occhi limpidi senza velo, con la postura così eretta, con tanta speditezza nel parlare! Come vorrei arrivare così alla sua età! Ora ne ho settantatré», continuò Lorena, «e sembro sua sorella maggiore. Però, io sono più brillante, più decisa, sempre ben vestita, con bei gioielli, vedova ma non sola, anche perché cucino molto bene. Pertanto, per me va bene così. Non si può avere tutto dalla vita!».
Mentre pensava questo, Gina le chiese: «Cosa stai dicendo?». «Nulla», rispose Lorena, e le sussurrò: «Hai visto Luisa, la nuova arrivata? Ha ben undici anni in più di me e sette in più di te. Non sarà mica Il ritratto di Dorian Gray?»
«Di chi?», chiese Gina. «Non l’ho mai sentito nominare. Racconta, Lorena, racconta…».
«È un romanzo di Oscar Wilde ambientato a Londra nel 1800. La storia narra di Dorian Gray, un giovane di bell’aspetto, che si rende conto del suo fascino nel momento in cui un amico pittore gli regala un ritratto che lo mostra nel pieno della gioventù. Un giorno, nello studio del pittore, Dorian incontra un Lord che gli rivolge strani discorsi sulla giovinezza. Da quel momento in poi, Dorian comincia a considerare la giovinezza come qualcosa di estremamente importante, al punto da provare invidia per il suo ritratto, destinato a restare eternamente bello e giovane, mentre lui è destinato a invecchiare. Allora stipula una sorta di patto con il diavolo, per il quale rimarrà eternamente giovane e bello, mentre il ritratto mostrerà i segni della sua decadenza fisica e morale. Ogniqualvolta Dorian Gray commette una nefandezza, la figura nel quadro invecchia e assume atteggiamenti obbrobriosi, come se rappresentasse materialmente la sua coscienza».
«Brutta storia!», commentò Gina. «Sarà così?».
«È un romanzo…».
«No, intendevo dire…», continuò Gina, «sarà così anche per Luisa?».
«Perché non glielo chiedi?».