Anticipatori cronici


Il racconto andrà a fare parte di un nuovo libro di racconti riunirà i più recenti per i quali i lettori hanno mostrato particolare gradimento una volta pubblicati su WordPress, Facebook, Linkedin, Pinterest e Tumblr.

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Anticipatori cronici

Il loro contrario sono i ritardatari cronici. Spinti dal diavolo della fregola, temono, ad esempio, di arrivare in ritardo a un appuntamento o di non riuscire a portare a termine un compito loro assegnato e, pertanto, sono in abbondante anticipo sui tempi. Arrivano sempre prima agli appuntamenti, mettendoci a disagio e costringendoci a scusarci per essere arrivati dopo di loro, anche se siamo giunti all’ora stabilita.

«Sono in ritardo?».

«No, sono io che sono in anticipo».

«Mi spiace».

«Non preoccuparti (!)». 

Gli anticipatori cronici ci precedono sempre in ufficio anche se arriviamo molto presto e si piazzano sempre ai primi posti nelle code organizzate. Si potrebbe obiettare che, fintantoché la loro fregola non crea disagio o fastidio agli altri, l’essere sempre in anticipo è una loro scelta. Non è così, però, se ciò interferisce con l’autonomia e la volontà degli altri, famigliari, amici o colleghi. Anche quando si offrono di accompagnarci ad un appuntamento, gli anticipatori cronici sono sempre pronti con grande anticipo per poi rimproverarci più volte di non essere pronti non appena loro lo sono, sebbene l’appuntamento sia nostro e non loro. Alcune esortazioni tipiche:

«Se avessi saputo che ti avrei dovuto aspettare ti avrei lasciato andare da solo» (nonostante non abbiamo chiesto loro di accompagnarci).

«Sei sempre la stessa. Sei sempre in ritardo (sul suo anticipo)».

«E ora cosa faccio mentre ti aspetto? Avrei potuto …». 

Gli anticipatori cronici sono malati? Secondo le conoscenze attuali sarebbero individui ansiosi, soggetti ad ansia anticipatoria. Soffrirebbero di acute, ancestrali sensazioni di angoscia, paura e disagio che si manifestano al pensiero di dover affrontare situazioni percepite come pericolose o rischiose per la propria integrità fisica o psicologica. Questa forma ansiosa potrebbe essere considerata normale se avesse una durata limitata nel tempo. Tuttavia, può causare problemi quando, nell’affrontare situazioni simili, le persone manifestano le stesse sensazioni, ma molto più forti e persistenti, e una paura eccessiva che le porta ad evitare costantemente tali situazioni. Questa paura non è legata a una minaccia contingente ma a uno o più eventi che potrebbero verificarsi nel futuro. Purtroppo, la società in cui viviamo è un terreno fertile per l’insorgere di patologie come l’ansia anticipatoria.

E se non arrivassi in tempo all’appuntamento?

E se lei mi abbandonasse?

E se dovessi cambiare il volo?

E se non passassi l’esame di guida?

E se l’autonomia dell’auto elettrica non fosse sufficiente?

Le persone che ne soffrono tendono a proiettarsi costantemente nel futuro dimenticando di godersi il presente. Questo perché sono convinte che ci sarà sempre qualcosa di cui preoccuparsi e che rovinerà il loro domani. Gli esperti dicono che ci sono due motivi principali dietro l’ansia anticipatoria: la paura e il bisogno di controllo. L’allerta costante è una conseguenza dell’evoluzione dell’uomo, che per millenni ha dovuto essere sempre vigile per affrontare i pericoli. Per questo, l’ansia anticipatoria potrebbe essere considerata una forma di protezione naturale, anche se la paura che proviamo oggi è molto diversa da quella dei nostri antenati. In sostanza, l’ansia anticipatoria contemporanea sarebbe una forma mentale di controllo esagerato. Chi ne soffre vorrebbe controllare ogni aspetto della propria vita, ma l’evidente impossibilità di monitorare gli eventi futuri crea una distorsione del senso dell’attesa che l’uomo adulto ha ormai perso. Eppure, l’attesa fa parte della nostra vita: l’attesa del ritorno del fidanzato da un lungo viaggio, l’attesa della Befana da parte dei bambini o del giorno del compleanno da parte dei giovani dovrebbero ricordarci quanto l’attesa abbia un valore connaturato alla vita di ognuno, in quanto preparazione a ciò che avverrà dopo.

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