Il bidone (Elena)


La moglie nuora e altri racconti. Copertina

Il racconto é tratto dal libro La moglie nuora e altri racconti che raccoglie sedici storie briose, più o meno brevi, di piacevole lettura. Narra la storia di un sottotenente di complemento di stanza in una caserma a Torino che corteggia assiduamente una bella ragazza senza riuscire a concludere. Dopo qualche tempo a un party la ragazza finalmente si concede ma il sottotenente rifiuta. La ragazza gli fa avere al circolo ufficiali un bel bidone infiocchettato. Seguono rappacificazione, celebrazione e …..-

La moglie nuora e altri racconti è stato pubblicato ed è disponibile presso Youcanprint. Inoltre si può trovare presso Amazon e le librerie online e fisiche di Mondadori, Hoepli, Feltrinelli, ibs.it, L’editing del racconto è differente da quello del libro a causa dei diversi programmi di scrittura.

Il bidone (Elena)

Al circolo ufficiali di un reggimento di fanteria di stanza a Torino, nella tarda mattinata di un sabato, alcuni giovani ufficiali stavano giocando a boccette nella sala bigliardo. Entrò un piantone con un enorme pacco avvolto in carta regalo, con un grande fiocco. Nonostante la dimensione, il pacco non sembrava pesante. “È per lei signor Tenente”, disse il piantone. “Poggialo pure sul bigliardo”, rispose il più anziano in grado tra i presenti. Il pacco fu posto sul piano del bigliardo e, una volta scartato con cautela, fu evidente che si trattava di un bidone di latta lucida avvolto da un nastro tricolore. Al pacco era unito un biglietto su cui era scritto: “Sei un gran bidone!!!”, in una busta indirizzata al S. Tenente Gianni Belloni.

Tutto ciò destò grande ilarità tra i presenti. Gianni cercò di abbozzare: chi avrebbe potuto organizzare una simile messinscena? Ripresosi in parte dalla figuraccia, si recò a pranzo con i colleghi alla mensa del circolo dove, per merito del Colonnello comandante, il cibo e il servizio erano ottimi e si spendeva poco. In occasioni speciali, il circolo organizzava ricevimenti ai quali potevano partecipare mogli, fidanzate e amiche. Quelle serate gli ufficiali di carriera vestivano l’elegante uniforme da cerimonia mentre i giovani ufficiali di complemento, come Gianni, che non se la potevano permettere, vestivano l’uniforme ordinaria, la diagonale.

A una di quelle serate, Gianni ricordò di avere invitato Elena, una bella ragazza amica di Luisa, la ragazza di Fabio, suo collega di reggimento. Da settembre, quando era arrivato a Torino, le aveva fatto una corte spietata: erano usciti più volte a cena, al cinema, a teatro e a ballare, soli o in compagnia di Fabio e Luisa. Il padre aveva regalato a Gianni una mini, da lui usata per muoversi in città e, durante i fine settimana liberi da servizi in caserma, per rientrare a Milano dai genitori e dalla fidanzata. Con la mini aveva fatto scappatelle serali sulla collina di Superga per vedere di combinare qualcosa con Elena, nonostante il freddo si facesse ormai sentire. Al dunque, lei si chiudeva sempre a riccio, impenetrabile. Dopo alcune settimane di tentativi aveva deciso di lasciarla perdere e di non cercarla più.

Prima di Natale Luisa lo invitò a un party in casa di Elena. Fu molto incerto se accettare o meno: non avrebbe voluto dire di no alla ragazza di Fabio ma, allo stesso tempo, non voleva riprendere i contatti con Elena. Alla fine decise di accompagnare i due amici alla festa. C’era molta gente in un appartamento non tanto grande ma con un’ottima qualità di buffet. Elena si mostrò molto gentile e lo presentò alle amiche e amici: era molto diversa dal ricordo che aveva, sia nel fisico che nel carattere. Nel mezzo della festa, Elena lo prese per mano e lo condusse alla camera matrimoniale, dedicata a guardaroba con i cappotti degli ospiti ammonticchiati sul letto. Chiuse la porta con cautela e con aria complice si avvicinò a Gianni, gli prese la mano, l’appoggiò al seno e, mentre lo accarezzava dolcemente, si avvicinò con le labbra aperte alle sue. Gianni la baciò senza convinzione essendo molto sorpreso dall’atteggiamento di Elena che, per tutta risposta si espresse teatralmente così: “Il momento che hai desiderato da tempo è giunto. Che sia ora, qui, subito!”. Gianni esitò: qui? subito? in una camera uso guardaroba, dove sarebbero potuti entrare tutti senza bussare? Dopo mesi di profferte amorose mai accettate, neppure in forma preliminare? Rispose: “No, ti ringrazio, preferirei di no, non mi sento a mio agio qui …. in questo posto. Avresti potuto deciderti qualche mese fa!” “Va bene, è meglio che tu te ne vada”, concluse Elena.

Il giorno dopo il party, Gianni raccontò l’accaduto a Fabio che gli disse: “Mai comportarsi così con una donna. L’hai offesa nel profondo dei sentimenti. Si stava donando e l’hai rifiutata. Te la farà pagare cara”. Ricordando gli avvenimenti e, in particolare, le parole di Fabio, gli venne in mente che Elena avrebbe potuto essere la mittente del pacco. Allora le telefonò. “Sì, sono stata io”, rispose, “te lo meriti, sei un gran cafone. Da quando in qua uno si comporta così con una ragazza, come hai fatto tu?”. Gianni la convinse che erano state le circostanze a determinare l’esito del loro ultimo incontro: si era sentito a disagio in quella camera con i cappotti sul letto, senza nessuna intimità. Le disse, inoltre, che quella sera lei era bellissima, in un vestito elegante che faceva risaltare i suoi magnifici occhi verdi. Alla fine Elena cedette e lo invitò a casa, a cena con dopocena. Terminato di cenare, raggiunsero la stessa camera da letto, questa volta preparata per l’evento, e passarono una notte di fuoco.

Il giorno seguente Gianni le inviò un grande mazzo di fiori con un biglietto su cui scrisse: “Grazie Elena, sei stata speciale! Una serata splendida, indimenticabile. Il tuo gran bidone!”. Uscì dal fiorista, salì sulla mini e raggiunse la fidanzata a Milano.

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