La governante (Giulia)


Il racconto andrà a fare parte del libro provvisoriamente intitolato “Racconti e scritti preferiti” che riunirà i racconti per i quali i lettori hanno mostrato particolare gradimento una volta pubblicati su WordPress, Facebook, Linkedin, Pinterest e Tumblr.

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La governante (Giulia)

Marco, settantenne, ex direttore generale di una grande azienda pubblica, viveva con la moglie a Milano. Si erano trasferiti da un grande appartamento nel centro della città a uno più piccolo, sempre in centro, dotato di una bella cucina, un ampio soggiorno e due camere da letto, una per ciascuno. Marco scriveva libri per diletto, e li pubblicava in self-publishing; erano perlopiù racconti basati su spunti della vita quotidiana e fatti di cronaca. Sebbene i suoi scritti fossero apprezzati da molti – non dalla moglie Laura, senza alcuna motivazione esplicita – per stimolare ulteriormente la sua creatività, con l’avvento dell’intelligenza artificiale aveva iniziato a chiedere a un paio di ChatGPT di completare i racconti di cui aveva scritto un corposo incipit. La stesura finale seguiva dopo un ampio rimaneggiamento dei testi proposti che aveva rivisto applicando il suo stile conciso.

     Laura, donna molto energica in passato, sessantacinquenne, era ormai piena di acciacchi che limitavano grandemente le attività che aveva sempre svolto con entusiasmo e dedizione, tra le quali: acquisti, amiche, vacanze, teatro, Soroptimist, burraco. Amante della cucina, era rinomata dai figli e soprattutto dalle nuore e amiche per essere una cuoca eccellente. Le faccende di casa erano gestite da Gisella, quarantacinquenne di origine kirghisa, molto capace, che divideva con Andrea, uno dei due figli, sposato con Emma, con una bimba piccola. La mattina Gisella prestava servizio dal figlio quando Emma era assente per il lavoro part-time. Nel pomeriggio, Gisella era un aiuto indispensabile per Laura, sia nel rigovernare la casa sia nel fare da assistente di cucina per la cena, alla quale Laura riservava un’attenzione maniacale. La spesa per la cena era però appannaggio di Laura che, dopo il riposino, si recava personalmente ad acquistare le vivande nel tardo pomeriggio.

     Fu proprio un pomeriggio di aprile che successe l’irreparabile. Di ritorno dagli acquisti, Laura fu investita da un motociclista in un viale poco distante da casa mentre attraversava la strada con poca decisione, nonostante la presenza delle strisce pedonali. Marco fu avvertito da Giacomo, il portinaio, che, venuto a conoscenza dell’accaduto dalla rete dei portinai, si era subito recato sul luogo dell’incidente. L’ambulanza intervenne tanto rapidamente che Marco non riuscì a raggiungere Laura sul posto. Fu trasportata al Policlinico, dove spirò dopo due giorni senza riprendere conoscenza. Al funerale, al quale parteciparono molte amiche e conoscenti che manifestarono il loro affetto a Marco e ai figli, si svolse una cerimonia molto sentita.

     Una volta rimasto solo, Marco si rese conto di non essere in grado di occuparsi della casa, cosa che Laura aveva sempre fatto  bene e con cura, e decise di assumere una governante. Gisella non fu presa in considerazione perché la bambina di Emma e Marco, accudita da lei dalla nascita, non avrebbe accettato un’altra tata. Inoltre, Emma aveva accettato di estendere il part-time alla metà del pomeriggio. Gli proposero Giulia, un’amica e compatriota di Gisella, molto carina e più o meno della sua età. Il rapporto iniziale tra Marco e Giulia fu molto formale, anche a causa della differenza d’età, ma con il passare dei mesi si trasformò in un rapporto di fiducia e poi di amicizia. 

     Giulia, che nel suo paese si chiamava Gulnara, era entrata in Italia dal confine friulano vent’anni prima. Sesta di sette figli di un piccolo commerciante di bestiame, aveva lasciato il villaggio nei pressi di Biśkek, la capitale, insieme a due amiche e al fratello di una di loro, una sera, senza dire nulla ai genitori e ai fratelli e sorelle. Con mezzi di fortuna percorsero quasi ottomila chilometri, attraversando l’Uzbekistan, il Turkmenistan, il mar Caspio, l’Azerbaigian, l’Armenia, la Turchia, la Grecia e i paesi balcanici, prima di arrivare, dopo più di un anno, al confine italo-sloveno. Per sopravvivere e avere un alloggio si misero in gioco in ogni modo. Entrarono in Italia come clandestini e vissero nelle campagne del Friuli, prima come contadini, poi come personale di servizio. Grazie a una sanatoria, divennero residenti in Italia con l’avallo dei loro datori di lavoro.

     La storia d’amore tra Marco e Giulia iniziò sei mesi dopo la scomparsa di Laura, quando Marco fece ritorno a casa un pomeriggio in anticipo rispetto al previsto. Aprì la porta del bagno, che dava sulla camera da letto, proprio mentre Giulia stava uscendo dalla doccia. Marco rimase colpito dalla sua bellezza, fino a quel giorno nascosta dal camice che indossava dalla mattina alla sera, quando faceva ritorno a casa. Le si avvicinò, lei non si ritrasse, ma, come fosse la cosa più naturale, senza asciugarsi, lo abbracciò e lo baciò teneramente. Così iniziarono a frequentarsi, e lei si fermò a dormire tutte le sere in cui lui le chiedeva di restare.

     Dopo qualche mese Emma scoprì la relazione, che avrebbe dovuto restare nascosta per volontà di entrambi, a seguito di domande fattele da Giacomo e di alcune parole che Gisella si era lasciata scappare. Un pomeriggio, inaspettato, Andrea arrivò a casa proprio mentre stavano facendo l’amore. Marco andò ad aprire in vestaglia, pensando che fosse Giacomo con il solito pacchetto di Amazon. Andrea entrò e andò direttamente alla camera da letto. Si fermò sulla soglia vedendo Giulia che si copriva in fretta con il lenzuolo, pallida in volto. Marco lo fissò, paralizzato. Si fece un silenzio pesante, carico di imbarazzo e tensione. «Papà…», mormorò Andrea, «dimmi che non è quello che penso!». Marco cercò di rispondere, ma la voce gli morì in gola. Sapeva che il figlio non lo avrebbe compreso. Andrea strinse i pugni, si voltò di scatto e se ne andò, sbattendo con violenza la porta di casa. Marco sapeva che quel gesto avrebbe segnato l’inizio di qualcosa di irreparabile.

     Le settimane successive furono un inferno. Andrea si rifiutava di parlargli, l’altro figlio e le nuore lo evitavano, persino la nipotina, che un tempo correva ad abbracciarlo, ora lo guardava con diffidenza, come se percepisse il rancore che aveva avvelenato la famiglia. Giulia cercava di rassicurarlo, gli ripeteva che col tempo tutto si sarebbe aggiustato, che l’amore avrebbe avuto la meglio. Ma Marco, nel profondo, sapeva che non sarebbe stato così. Un giorno Andrea si ripresentò a casa. Aveva un’espressione tesa, gli occhi gelidi. «Voglio che tu sappia che per me hai tradito la mamma. Non la sua memoria. Lei». Quelle parole gli diedero un gran dolore al cuore. Marco, affrontando lo sguardo del figlio, sentì il bisogno di essere onesto: «Andrea, Giulia è diventata una parte importante della mia vita. Ho bisogno di qualcuno con cui condividere i miei sentimenti dopo la perdita della mamma. Non voglio tradirla, ma ho trovato conforto in Giulia. È una donna straordinaria e mi aiuta a ritrovare la gioia di vivere». Andrea, inizialmente in silenzio, replicò: «Capisco il tuo dolore, papà, ma ti prego di essere onesto con me e con te stesso. Puoi costruire una nuova vita senza dimenticare il passato?» Marco annuì. «Sì, voglio dare valore al ricordo di tua madre. Ma voglio anche avere la possibilità di ricominciare. Giulia non è un sostituto di Laura; è una cara amica che mi sta aiutando ad affrontare il futuro». Dopo una lunga pausa, Andrea si avvicinò al padre con un nuovo affetto. «Se Giulia ti rende felice, voglio che tu sia felice, papà. Fa parte della vita accettare il cambiamento, anche se non è facile». Marco sentì un peso sgravarsi dal cuore e abbracciò il figlio. La tensione si dissipò e Andrea sembrò accettare finalmente la nuova realtà. «Riconciliamoci con il passato», concluse, con un sorriso.

     Con il tempo, Giulia si rivelò una presenza positiva nella vita di Marco e della famiglia. Andrea iniziò a conoscerla meglio e a trascorrere momenti di gioia con lei ed Emma. Un pomeriggio, mentre Marco era immerso in uno dei suoi racconti, Giulia lo interruppe con un sorriso: «Ho pensato che sarebbe bello organizzare una cena speciale per il tuo compleanno con i tuoi figli, nuore e i nipoti». La proposta infuse un nuovo clima in casa. Marco e Giulia lavorarono insieme per organizzare la festa, rielaborando ricette e ricordi, fondendo il ricordo del passato con il presente. Alla cena di compleanno, con il profumo delle pietanze che si diffondeva nell’aria, la tavola si riempì di sorrisi, aneddoti e storie condivise. Andrea, osservando il padre e Giulia interagire con tenerezza, comprese che la felicità di Marco non sminuiva il ricordo della madre. Anzi, era un pregio per lui dare al padre la possibilità di amare di nuovo.

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