Il racconto andrà a fare parte del libro intitolato provvisoriamente “Racconti e scritti preferiti” che riunirà i racconti per i quali i lettori hanno mostrato particolare gradimento una volta pubblicati su WordPress, Facebook, Linkedin, Pinterest e Tumblr.
Superficialità, precisione e pignoleria
“Una persona superficiale considera un tipo preciso chi fa le cose per bene. Chi fa cose per bene considera pignolo chi le fa precise”.
Queste due righe, che sembrano uno scioglilingua, contengono le definizioni di superficiale, preciso e pignolo. Io stesso potrei essere definito un pignolo per avere formulato le due righe sopra. In generale, quando una questione viene presentata con proprietà e chiarezza, il relatore rischia di essere preso per pignolo, ovvero una persona esageratamente precisa.
La superficialità, purtroppo, oggi è presente non solo nella vita quotidiana ma anche nel lavoro e, in alcuni casi, tende ad insinuarsi negli ambienti tecnici, dove è sempre stata bandita perché foriera di errori. Inoltre, è da immaginare il danno che potrebbe derivare da un approccio superficiale alla pratica medica, diagnostica e clinica. Per non parlare dei problemi che potrebbero crearsi nell’ambito della ricerca scientifica e della didattica, dove l’approccio superficiale da parte degli insegnanti creerebbe un effetto cascata sugli studenti. La superficialità ha perciò un costo sociale importante.
La superficialità si sposa con l’approssimazione e con la mancanza di pianificazione delle attività da eseguire. È difficile che una persona superficiale abbia la pazienza e la capacità di approfondire quali sono le attività da compiere, le loro sequenze e tempi di attuazione previsti.
Esiste un confine tra superficialità e pignoleria? Penso proprio di sì: la precisione sta tra superficialità e pignoleria con la seguente graduazione: superficiale, non superficiale, preciso, non pignolo, pignolo. Ma non sarò stato io troppo pignolo?!