Olivetti Programma 101, un racconto tratto dal libro intitolato Racconti e scritti più o meno seri che riunisce quarantatré racconti brevi e scritti di diversa natura detti più o meno seri per la presenza di temi futuribili, ironici e scherzosi. Gli argomenti – solo alcuni rielaborati da precedenti pubblicazioni – riguardano la politica, la tecnologia, il management, il futuro e il costume.

Racconti e scritti più o meno seri si può acquistare presso Amazon e le librerie online e fisiche di Mondadori, Hoepli, Feltrinelli, ibs.it. Una volta cliccato sul link con una delle librerie, inserite in “cerca” Edoardo Noseda e troverete tutti i libri da me pubblicati. Buona lettura.
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L’editing del racconto è differente da quello del libro a causa dei diversi programmi di scrittura.
Olivetti P101
«Nonno, la professoressa di informatica ci ha spiegato che l’Olivetti Programma 101 fu inventato più di cinquant’anni fa ed è stato il primo personal computer al mondo. Ricordi quei tempi? Hai sentito parlare di quel computer?».
«Certo Ginevra, lo ricordo bene perché è stato il primo computer da tavolo che ho utilizzato. Vuoi saperne di più?».
«Sì, grazie, nonno, racconta».
«L’anno 1969, quando ero un giovane ingegnere e lavoravo negli uffici Eni di San Donato Milanese, il capo ufficio mi diede il compito di ricostruire il bilancio di processo di un impianto di frazionamento gas».
«Un impianto di frazionamento gas? Cosa significa bilancio di processo di un impianto?»
«Cercherò di esemplificare, Ginevra, perché sono concetti non semplici anche per una ragazzina intelligente come te. L’impianto di frazionamento gas consente di separare le componenti gassose presenti in un flusso o corrente di gas. Ad esempio, l’impianto di frazionamento dell’aria separa l’aria in azoto e ossigeno e negli altri gas così detti rari, quali l’argon e neon. Il bilancio di processo di un impianto chimico è, in parole semplici, la fotografia del funzionamento dell’impianto che mostra le quantità e la composizione delle correnti di processo in entrata, in uscita e in alcuni punti intermedi dell’impianto. Come puoi immaginare, la costruzione di un bilancio di processo di un impianto di frazionamento gas è un lavoro complesso ma ancora più difficoltoso sarebbe stato allora ricostruire il bilancio disponendo solamente delle analisi delle componenti gassose in alcuni punti dell’impianto, acquisite, per giunta, in tempi diversi. Tentare la ricostruzione del bilancio dell’impianto sulla base di questi dati sarebbe stato come cercare di ottenere la quadratura del cerchio. Passai giorni a pensare come fare, non solo in ufficio ma in auto nel tragitto tra ufficio e casa e, talvolta, a casa, impensierendo non poco la tua allora giovane nonna.
Per risolvere il busillis chiesi aiuto a un chimico industriale, mio compagno di liceo, che disse che solamente mediante un calcolo iterativo avrei potuto ricostruire un bilancio accettabile. Sarei dovuto partire dai dati di uscita dall’impianto e risalire ai dati di entrata andando a ritroso, come si fa per ricostruire il percorso di un labirinto, per poi procedere in cascata a ricalcolare i dati di uscita. E via di seguito per più volte. Il calcolo iterativo – che consente di ottenere risultati sempre più affinati ripetendo in sequenza le stesse operazioni – avrebbe preso una settimana. Questo perché con i mezzi allora a disposizione avrei dovuto fare a mano, con l’aiuto di un regolo o, al massimo, di una calcolatrice, un numero molto grande di operazioni, non complesse ma ripetitive. Riferii le mie preoccupazioni al capo ufficio che era a conoscenza della difficoltà della ricostruzione del bilancio alla quale si erano dedicati altri colleghi senza concludere un granché. Assecondando la mia volontà di arrivare al risultato mi suggerì di fare conoscenza con la nuova macchina elettronica arrivata negli uffici qualche settimana prima e verificare la sua utilità alla semplificazione del calcolo. Mi consegnò il manuale della macchina e mi raccomandò di studiarlo a fondo. Iniziai immediatamente a leggerlo e dopo qualche ora ebbi la certezza che la macchina sarebbe stata molto utile, se non indispensabile per raggiungere l’obiettivo in tempi rapidi. La macchina era proprio una Olivetti Programma 101 – detta P101 -, il computer sviluppato nei primi anni ’60 e prodotto nella seconda metà. Progettata dall’ing. Perotto con suoi colleghi e collaboratori, aveva un design avveniristico per l’epoca. Presentata nel 1965 a New York, a un’importante esposizione di prodotti per l’ufficio, ottenne un grande successo. È vero, la P101 è considerata il primo personal computer al mondo perché aveva, in dimensione molto ridotta, le principali caratteristiche dei calcolatori dell’epoca. Inoltre, aveva un prezzo accessibile e per la prima volta nella storia poteva essere utilizzata agevolmente dai non addetti ai lavori. La P101 riscosse un gran successo anche a Mosca e alla Fiera di Milano. Furono prodotti più di quarantamila esemplari il novanta per cento dei quali furono venduti negli Stati Uniti. Un numero rilevante se si considera la limitata diffusione delle macchine informatiche in quel periodo storico.
Avevo letto nel manuale che anche senza conoscere il linguaggio di programmazione con la P101 era possibile creare programmi, salvarli in memoria e richiamarli successivamente come avveniva nei calcolatori di allora. Inoltre, la macchina consentiva di utilizzare le applicazioni salvate su una scheda magnetica a forma di una lunga cartolina postale. Il risultato dell’elaborazione poteva essere riprodotto mediante una piccola stampante, che era parte della macchina. Con il supporto di un giovane collega programmai la macchina per eseguire i calcoli necessari ad ottenere il bilancio dell’impianto di frazionamento gas. Data la loro complessità dovemmo utilizzare cinque schede magnetiche che introducemmo nella macchina in successione, inserendo manualmente nella scheda successiva i dati di uscita della precedente. Fu un successo. Fummo invitati a un incontro con il Direttore Tecnico che si congratulò magnificando le prospettive offerte dall’informatica. Alla fine dell’anno ricevetti un incremento di stipendio di 20.000 lire, pari a ben il 12% dello stipendio.
In largo anticipo sui tempi, la P101 era stata concepita per venire incontro alle necessità di lavoro del maggior numero di persone possibile. Vale la pena ricordare che all’epoca non era ancora invalso il concetto di informatica distribuita intesa come capacità di elaborare e archiviare dati su un computer a disposizione di un singolo operatore – personal computer – e non centralizzata, come allora, su un potente calcolatore.
Tre curiosità: (i) Le vendite negli Stati Uniti ebbero un tale successo che alla fine del 1966 una società americana controllata da Olivetti ottenne di fabbricare le macchine in loco. Sull’idea della P101 la Hewlett Packard produsse una macchina analoga, l’HP 9100A. Quando le fu contestata la violazione di brevetto, riconobbe a Olivetti un compenso di novecentomila dollari a titolo di royalty! (iii) Una decina di Programma 101, venduta alla NASA, fu utilizzata per pianificare lo sbarco dell’Apollo 11 sulla Luna. (iii) Nel 2015, cinquantesimo anniversario della presentazione della P101, due dei progettisti viventi furono ricevuti a Palazzo Chigi da Matteo Renzi, allora presidente del consiglio, al quale ebbero l’opportunità di raccontare la storia dell’invenzione della P101, evento poi riportato ampiamente dalla stampa.