Sogni seriali, un racconto tratto dal libro intitolato Racconti e scritti più o meno seri che riunisce quarantatré racconti brevi e scritti di diversa natura detti più o meno seri per la presenza di temi futuribili, ironici e scherzosi. Gli argomenti – solo alcuni rielaborati da precedenti pubblicazioni – riguardano la politica, la tecnologia, il management, il futuro e il costume.

Racconti e scritti più o meno seri si può acquistare presso Amazon e le librerie online e fisiche di Mondadori, Hoepli, Feltrinelli, ibs.it. Una volta cliccato sul link con una delle librerie, inserite in “cerca” Edoardo Noseda e troverete tutti i libri da me pubblicati. Buona lettura.
L’editing del racconto è differente da quello del libro a causa dei diversi programmi di scrittura.
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Sogni seriali
«Buongiorno dottore, ho atteso prima di incontrarla perché speravo che il problema trovasse una soluzione spontanea. Non è stato così e seguendo il consiglio di Anselmo, caro amico che lei conosce, ho deciso di prenotare la visita. Da quel momento, fino ad oggi, il problema è continuato ogni giorno, meglio dire ogni notte».
Luca è sempre stato un sognatore. Fin da ragazzo non passava notte senza sognare. Una volta, durante un viaggio di lavoro in Cina, fu invitato a un cocktail dove lo convinsero a farsi fare un check up da un medico cinese. Il medico gli chiese il polso, controllò a lungo le pulsazioni e disse: «Lei non ha più la cistifellea, ha avuto problemi di cuore ed è un grande sognatore, nel senso che sogna sempre durante il sonno». Era tutto vero. Luca non aveva più la cistifellea da trent’anni, aveva tre stent alle coronarie e sognava sempre tutte le notti. Quest’anno, da più di due settimane, stava avendo un sogno a puntate che gli dava grande preoccupazione non solo perché continuava notte dopo notte ma perché gli comunicava grande angoscia. Ne aveva parlato con la moglie che aveva minimizzato il problema. Allora aveva sentito Anselmo, suo grande amico, che gli aveva suggerito di contattare lo psicanalista che aveva curato sua sorella con ottimi risultati.
Lo psicanalista gli chiese di raccontare come si sentisse e la natura del problema. Luca spiegò che durante il giorno svolgeva egregiamente e con passione la professione di avvocato in un grande studio legale con risultati apprezzati da tutti. «Da sempre sogno gli amici, le fidanzate che ho avuto, mia moglie, i figli, i compagni di lavoro, i clienti, anche in situazioni difficili e non sempre piacevoli, ma la mattina mi sveglio sempre riposato e sereno. Da qualche tempo le cose sono radicalmente cambiate. I sogni non riguardano più persone o avvenimenti diversi, bensì si sviluppavano come fossero puntate di una serie televisiva che si ripropone, con gli stessi personaggi, ogni notte. Tutto questo causa grande ansia durante il giorno poiché sono certo che il sogno si riproporrà puntualmente la notte. Lei potrebbe dire che non sarebbe un problema se il sogno fosse piacevole. È vero, i sogni seriali possono anche avere contenuti piacevoli ma, in generale, sono assillanti. Andare a dormire, in questi ultimi tempi, è diventato per me una preoccupazione perché, come le ho accennato, i sogni hanno un leitmotiv che mi dà grande frustrazione. Durante il giorno esercito la professione in modo impeccabile prendendo decisioni importanti, mentre la notte sono protagonista di situazioni che non sono in grado di gestire o dove non riesco, addirittura, a farmi ascoltare».
«Interessante. Mi racconti in dettaglio un recente episodio del sogno seriale».
«Vivo e lavoro in un paese esotico non identificato, potrebbe essere sudamericano, in una città di mare distesa lungo un ampio golfo, alle pendici di alte colline che la racchiudono. Percorro in auto il tragitto tortuoso dalla casa allo studio che riesco a raggiungere, con grande tribolazione, dopo avere perso più volte la strada. Lo studio si trova in un edificio multipiano dotato di numerosi e capaci ascensori che trasportano decine di persone. Con grande difficoltà riesco a intrufolarmi nell’ascensore giusto che porta al piano dello studio e, alla fine, raggiungo il mio ufficio. Lì cerco una cartella con documenti importanti che alla fine trovo, angosciato, sotto la mia poltrona. Sebbene sia benvoluto e apprezzato dai titolari dello studio mi viene affiancato un altro avvocato con le stesse funzioni, apparentemente senza alcun motivo e senza che mi sia anticipato nulla. Mi sento messo da parte e oggetto della velata commiserazione da parte di colleghi e dipendenti. Partecipo alle riunioni del comitato di coordinamento dello studio ma è come se non fossi presente. La mia opinione cade inascoltata. Come accennato, nella vita reale sono sulla cresta dell’onda, rispettato e apprezzato, ben retribuito e con grande seguito da parte di colleghi e dipendenti».
Dopo avere consultato il tablet su cui prendeva appunti, lo psicanalista gli chiese di descrivere sinteticamente il carattere della moglie, cosa che Luca fece, senza pensare troppo: «Renata è una donna intelligente, volonterosa, molto disponibile, grande cuoca, tenace, organizzata, ma abitudinaria, testarda, orgogliosa, presuntuosa, gelosa, ambiziosa, indecisa, amante dello status quo e della ripetitività, maniaca e lunatica, apprensiva e assillante e, per giunta, vuole sempre cadere in pedi».
«Capisco. Da quanti anni siete sposati?».
«Trentacinque anni».
«Avete figli».
«Due, il maschio 29 anni, la femmina 25».
«Andate d’accordo?»,
«Direi che, nonostante tutto, dopo tanti anni ci vogliamo ancora bene. Talvolta, però, abbiamo forti conflitti di carattere, come è avvenuto un paio di settimane fa».
«Il suo caso mi ricorda quello di un altro sognatore seriale, un ingegnere che non aveva problemi di insicurezza legati alla professione ma era convinto che il sogno ricorrente fosse una premonizione. Il problema dell’ingegnere era il rapporto con la moglie. La invito ad approfondire il tema della relazione con la moglie che ritengo influisca notevolmente sulla sua sfera emotiva e sia la causa dei sogni ricorrenti che l’assillano in questi ultimi tempi. Le auguro di arrivare a un chiarimento in tempi brevi. Torni da me tra un mese».
Una volta rientrato a casa Luca fece alla moglie una sintesi edulcorata della visita con lo psicanalista. Renata, avendo intuito che il problema poteva essere, almeno in parte, a lei riconducibile, da quel giorno fece il possibile per assecondare il marito senza rinunciare alla propria personalità. Dal canto suo Luca cercò in ogni modo di non urtare la sensibilità di Renata e di comportarsi come deve fare un buon marito. I loro rapporti migliorarono molto e Luca ritornò a sognare come sempre, senza assillanti sogni seriali.